Le cappesante vivono a profondità comprese tra i -25 e i -200 metri. Gli esemplari più giovani restano ancorati ai fondi sabbiosi ed arenosi attraverso dei filamenti gelatinosi, mentre gli adulti viaggiano sui fondali grazie alla forza della loro conchiglia: sbattendo vigorosamente le due valve, infatti, essi possono spostarsi in modo rapido e preciso da un punto ad un altro, anche se molto distanti. La conchiglia della cappasanta è caratterizzata da 14/16 costole che si irradiano dalla parte più stretta, detta cerniera, fino alla sua parte curva, attraversandola nella sua interezza. Le dimensioni medie della conchiglia vanno dai 12 ai 16 cm. Le due valve si differenziano sia per forma che colore: quella appoggiata al fondo è convessa e di tonalità chiara, quasi biancastra, mentre quella superiore è concava e tendente al marrone. Una particolarità riguarda l’apparato visivo di questi animali. Essi, infatti, sono dotati di occhi catadriottici elementari, ossia funzionano per riflessione. All’interno della conchiglia è presente il mollusco vero e proprio, composto da due parti, la noce ed il corallo. La prima è di colore bianco ed è soda, mentre l’altra è arancione e molliccia. Il corallo, a seconda del periodo, è identificabile come l’organo riproduttivo maschile (rosa-grigiastro) o come quello femminile (arancione vivo). La cappasanta, infatti, è un organismo ermafrodita.
Le cappesante si prestano a tantissimi tipi di preparazioni. Famosissime sono le cappesante gratinate al forno, una vera delizia per il palato. Ottime sono anche quelle scottate in padella, ma attenzione al tempo di cottura o diventeranno immangiabili! Anche il risotto con cappesante è un must dei menù dei ristoranti più famosi d’Italia.
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